Concerti, piatti tipici e una mostra È tornata la Festa di San Bartolomeo | L'Arena

2022-09-10 16:13:09 By : Ms. Ivy Luo

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È tornata come da tradizione a Pazzon di Caprino, la Festa di San Bartolomeo, edizione “aggiornata” di quella che, fino agli anni Sessanta, era nota come la fiera dei maiali o di San Bortolo, legata alla vendita di questi animali dopo l'alpeggio sul Baldo. Organizzata dal Comitato di Pazzon, si tiene in piazza don Roncari, accanto alla chiesa che questo parroco-poeta fece erigere negli anni Trenta. La manifestazione, con ricavato devoluto ad opere parrocchiali e caritative, unisce arte, musica, gastronomia, tradizione e fede. È infatti iniziata ufficialmente il 14 agosto con la messa e l'inaugurazione, alle 12, di alcune mostre visibili domani dalle 9 alle 12,30 e dalle 19 alle 23, nelle sale parrocchiali (oggi sono chiuse). «Sono esposte opere di pittura, scultura a volte abbinate a poesie di Maria Saracino, artista originaria di Torino e oggi abitante a Caprino; ceramiche del gruppo “Creare Insieme” di Pazzon e, come sempre, lavori di ricamo e cucito delle signore de “La bottega delle Comari” che confezionano asciugamani, canovacci, tovaglie, presine, lenzuolini per bambini, centrotavola e altre belle cose», fa sapere un volontario del Comitato. Fino a domani, dalle 19 alle 23, la festa proporrà piatti tipici locali, stracotto d'asino, trippe, stinco al forno, gnocchi, raclette (formaggio fuso con verdure), che, in caso di maltempo, si potranno degustare anche al coperto. Il grande giorno della festa sarà proprio domani con la Fiera dei suini, quando i chioschi gastronomici apriranno alle 9 e cucineranno non stop fino alle 23. Alle 15 è prevista una gara di morra (iscrizioni sul posto) e alle 19,30 la celebrazione della messa. A seguire, sempre in chiesa, concerto del coro La Preara di Caprino, diretto dal maestro Maurizio Saquegna. Domani sarà un giorno dedicato a ricordare la fiera che si teneva a fine agosto dopo che, a inizio estate, gli allevatori avevano portato mucche e pecore in alpeggio sul Monte Baldo. Nelle malghe c’era anche il “porsil” dove si allevavano suini alimentati con il latticello residuo dalla trasformazione del latte in formaggio. I maiali venivano venduti prima di tornare nelle stalle, da qui le origini della fiera. «Una volta acquistati i maiali, li si ingrassava e con la loro carne si faceva un ottimo salame. Ora l'esposizione pubblica non si tiene più, ma resta la sagra», concludono i volontari. •. B.B.

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