Con il «Corriere» il Murakami purissimo che racconta tutto raccontando sé stesso- Corriere.it

2022-08-13 16:58:34 By : Mr. Hui Jue

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Sabato 13 in edicola la raccolta «Prima persona singolare». Otto storie dell’autore giapponese che contengono il suo mondo: le donne, la musica, il baseball, gli animali parlanti

Se poi per caso, per scelta (ma si può sempre cambiare rotta), per mille motivi della vita non vi fosse mai capitato di leggere un libro di Murakami Haruki e — provvidenzialmente — aveste voglia di recuperare, ecco, potreste cominciare da questo libro di 145 pagine, Prima persona singolare . Perché in otto racconti — che sono favolosi — c’è tutto quello che dovete sapere sullo scrittore giapponese più famoso al mondo : i suoi personaggi (uomini goffi, silenziosi, solitari; donne enigmatiche e seducenti), le sue passioni (la musica, il baseball), il magico che entra di soppiatto in esistenze incolori e le illumina, come quando la scimmia parlante si confessa in una locanda termale mentre sorseggia una birra ghiacciata.

La copertina di «Prima persona singolare» (in edicola con il «Corriere» a 9,90 euro più il costo del quotidiano) Murakami in purezza. Che racconta e si racconta. In un concentrato di sé che a partire dall’io prende inaspettate direzioni , sempre in bilico tra il memoir, la favola, il diario, la fiction più sfrenata, il mistero. Mondi che troviamo negli otto racconti di Prima persona singolare , da sabato 13 agosto in edicola con il «Corriere della Sera» (in collaborazione con Einaudi) nella traduzione di Antonietta Pastore. Ecco allora le tappe di questa summa, essenza murakamiana da leggere e rileggere, in un gioco di svelamenti e maschere, di esperienza vissuta e sognata, di specchi che moltiplicano le immagini e le deformano, di donne incomprensibili e sfuggenti.

È proprio una ragazza — «doveva essere intorno ai venticinque anni» — a trascinare il lettore in un vortice di ricordi nel racconto che apre la raccolta, Su un cuscino di pietra . Misteriosa, grida il nome di un altro uomo mentre è a letto con il protagonista (ai tempi) diciannovenne: «Mi affrettai a metterle l’asciugamano fra i denti, cos’altro potevo fare? Aveva denti molto forti». Un dettaglio anatomico, il sesso, una donna conturbante che scrive poesie, gli incontri fugaci fatti da ragazzi che però segnano per sempre (come nel secondo racconto, La crema della vita ): benvenuti a bordo.

L’amore di una sera. O quello scoppiato (e finito) a scuola, una mattina, per la studentessa che stringe il disco With the Beatles (siamo nel 1964): «La gonna svolazzante, sembrava andare di fretta. Fu lì che la incrociai, in quel corridoio male illuminato del vecchio edificio scolastico (...) Lei era bellissima. Perlomeno, a me parve stupenda. Non molto alta, capelli lunghi, gambe snelle, e un profumo buonissimo».Maestro della descrizione , Murakami . Delle donne, soprattutto. Quelle che gli fanno battere il cuore. Quelle brutte ma tremendamente seducenti come la protagonista del racconto Carnaval . Quelle dolci e tristi come Sayoko (Murakami ha consegnato ai lettori memorabili figure femminili, da Aomame di 1Q84 a Naoko e Midori di Norwegian Wood ).

Ragazze, mogli, amanti davanti alle quali l’autore rimane sempre un po’ sconcertato. O forse no, non è lui: non avremo mai la certezza che il giovane di Su un cuscino di pietra sia il diciannovenne Haruki, o che il Murakami nato a Kyoto in Antologia poetica per gli Yakult Swallows sia proprio lo scrittore.

Non ci sono limiti definiti. Tra l’autore e i suoi alter ego, ma anche tra realtà e fantasia , cosa a cui i lettori di Murakami sono abituati (da Nel segno della pecora a La strana biblioteca , da Kafka sulla spiaggia a L’assassinio del Commendatore ). E allora può capitare di incontrare — come se fosse assolutamente normale — una scimmia romantica e mettersi a discutere con lei d’amore e musica classica, Bruckner e Strauss, nella sala da bagno di un albergo, mangiando cracker di riso e seppia essiccata e bevendo due bottiglie di «Sapporo» (birra e cocktail ben preparati compaiono spesso nelle opere dello scrittore).

Oppure di scovare in un negozio di New York un disco mai esistito di Charlie Parker, la leggenda del jazz che poi, rediviva, appare in sogno (ma poi sarà davvero un sogno?) all’io narrante del racconto Charlie Parker Plays Bossa Nova . I piani si alternano e si ribaltano . Murakami gioca con i suoi temi e la sua esistenza. Si guarda indietro, soprattutto. L’autore nato nel 1949 sente il peso del tempo, «i miei sogni di ragazzo si sono spenti. E quando i sogni muoiono, in un certo senso per una persona è ancora più triste che non morire realmente. A volte mi sembra veramente ingiusto».

È profonda la nostalgia per una condizione, la giovinezza , in cui tutto è ancora possibile : «Il nostro corpo non può tornare indietro, istante dopo istante avanza verso il decadimento. Chiudiamo un attimo gli occhi, e quando li riapriamo, ci rendiamo conto che molte cose — cose che hanno un nome e cose che non ce l’hanno — sono già scomparse. Sono state spazzate via dal vento in piena notte, tutte quante, senza lasciare traccia. Ne restano sono labili ricordi».

Una partita di baseball vista con il padre (il rapporto con il genitore è affrontato anche in Abbandonare un gatto ed è sempre venato di rimpianto), un capolavoro di Schumann, il famoso Carnaval in cui compaiono le maschere «e quello che c’è sotto»: la memoria — come la musica — diventa compagna e medicina. Mentre «tante altre cose e parole si sono perse, polverizzate», Murakami cerca di fissare immagini e conversazioni. Sente il bisogno — l’urgenza — di conservarne una traccia. E lo fa con il suo tratto inconfondibile, scavalcando la dimensione reale e, contemporaneamente, raccontando momenti di vita ordinaria.

Come quando nell’ultimo racconto, che dà il titolo alla raccolta, si lascia maltrattare da una sconosciuta in un bar in una sera di primavera. Eppure, che siano elementi magici, donne bizzarre, giornate miti che si concludono con uno strato di cenere sui marciapiedi e un’aria gelida, Murakami non rinuncia al calore della confessione . Si mette a nudo anche quando scatena la fantasia — del resto ci ha abituato ai suoi animali parlanti (gatti, pecore, scimmie), ai cieli con due lune, ai pozzi dai quali può comparire chiunque. Si rivela senza rinunciare alla sua poetica: «Adesso vorrei parlare di una donna. Non che io sappia molte cose su di lei»...

«Fu in una piccola locanda termale a M***, nella prefettura di Gunma, che incontrai quella vecchia scimmia». Il primate parla e si rivela ma è soprattutto l’autore, Murakami Haruki, a raccontarsi negli otto racconti (e «Confessione di una scimmia di Shinagawa» è uno di questi) di «Prima persona singolare», per la prima volta in edicola con il «Corriere della Sera» dal 13 agosto, nella traduzione di Antonietta Pastore. Il volume esce in collaborazione con Einaudi (l’editore che pubblica tutte le opere di Murakami) e rimarrà in vendita per un mese al prezzo di e 9,90 più il costo del quotidiano (il progetto grafico della copertina è di XxY studio). Murakami Haruki, maestro della narrativa contemporanea giapponese, è nato a Kyoto il 12 gennaio 1949. Ha esordito nella narrativa nel 1979 con «Ascolta la canzone del vento» (con il quale ottenne il premio Gunzo) e l’anno successivo, con «Il flipper del 1973». Da allora, giovane appassionato di musica e di letteratura americana, proprietario di un jazz bar, l’ormai mitico «Peter Cat» (chiuso nel 1981), non ha più smesso di scrivere, raccogliendo una serie di successi internazionali tradotti in cinquanta lingue. Tra questi ricordiamo «Norwegian Wood», del 1987, arrivato in Italia nel 1993, «Kafka sulla spiaggia» (2002, in Italia 2008), «1Q84» (2009, in Italia 2011): romanzi con uno stile che unisce cultura occidentale e orientale, atmosfere pop e intimismo nipponico. Alla sua attività di narratore e saggista, Murakami ha affiancato il lavoro di traduzione facendo conoscere in Giappone le opere di Raymond Carver, oltre a numerosi racconti e romanzi di Francis Scott Fitzgerald, Truman Capote, Tim O’Brien, John Irving.

Lo scrittore americano in Italia per la nuova edizione del primo romanzo «La lingua perduta delle gru» (Sem)

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