Donne nell'hôtellerie: le signore dell’alta ospitalità si raccontano - Italia a Tavola

2022-05-28 03:59:19 By : Ms. Huijie Xu

Otto manager, imprenditrici dell'accoglienza, raccontano il loro mondo, fatto di innovazione e attenzione. Hanno messo il buon gusto, l’arte di ricevere e la loro personalità al servizio dell'alta ospitalità. Stanno facendo innovazione su temi di forte attualità, come l'eco-sostenibilità e la responsabilità sociale, dai quali possono scaturire nuove risposte alle crisi

D a qualche anno è cresciuto e continua a crescere il numero di donne manager e imprenditrici nell’industria del turismo e dell’accoglienza, considerate un valore aggiunto, capace di portare innovazione e attenzione, in particolare su temi di forte attualità, come l’eco-sostenibilità e la responsabilità sociale, dai quali possono scaturire nuove risposte alle crisi. Chi più di una donna può fare sentire come a casa un ospite in hotel? Regalando loro la sensazione di sentirsi a proprio agio, muovendosi come nel proprio salotto, in spazi caldi e accoglienti? Che poi è quello che il cliente chiede sempre più spesso? Esempi di padrone di strutture alberghiere ricorrono dai secoli passati, ma si trattava in genere di figure secondarie, che aiutavano i mariti dietro le quinte. Oggigiorno le imprenditrici di successo, finalmente riconosciute come tali, hanno messo il loro buon gusto, l’arte di ricevere e la personalità a servizio dell'alta ospitalità. Donne intraprendenti, focalizzate su ospitalità, servizio e accoglienza di alto livello a 360 gradi. Ne abbiamo intervistate 8 chiedendo loro quale è la chiave del successo, parlarci del tema dell’eco-sostenibilità, dei punti di forza dei loro hotel e cosa consigliano alle donne che, come loro, vogliono fare carriera in questo settore ad alti livelli.

Maître de maison del Relais&Chateaux Il Falconiere & Spa, 1 Stella Michelin del suo ristorante nel wine resort Il Falconiere, situato in Val di Chiana, nel cuore della campagna toscana, su una collina dei pressi di Cortona in provincia di Arezzo.

Quale è secondo Lei la chiave del successo per l’alta hôtellerie? C’è sempre più ricerca di posti ameni con spazi vivibili e tanta voglia di godere l’attimo fuggente, quindi l’aspettativa di un ottimo servizio e attenzione e ricerca sulla qualità degli ingredienti. Dopo il lockdown tante famiglie hanno cominciato a riscoprire la qualità e nuove tecniche per cucinare e nell’insieme si sono orientati verso uno stile di vita più sano e a maggior ragione vogliono trovare tutto questo e anche di più quando sono in vacanza.

Come viene affrontato nel suo hotel il tema della sostenibilità? Oggi è sempre più importante cercare di salvaguardare il nostro Pianeta, la sensibilità verso questo tema ora è sempre più diffusa e il cliente lo percepisce a Il Falconiere da tante piccole azioni: in camera e nei bagni non usiamo più linea cortesia usa e getta in plastica, ma abbiamo una eccellente brand toscano di prodotti per la pulizia della persona ricaricabile ed ecologico. Inoltre chiediamo al cliente sensibilizzandolo ogni quanto spesso cambiare gli asciugamani. Cerchiamo di conoscere meglio i nostri fornitori per reperire ingredienti freschi prodotti nel nostro territorio con meno distanze da percorrere, meno frigo e alla fine migliore qualità. Siamo rigorosi nella raccolta differenziata e cerchiamo comunque di riciclare e buttare meno. Abbiamo l’impianto fotovoltaico che oltre che un risparmio per noi, serve ad inquinare meno.

Quale è il punto di forza del suo resort Il Falconiere? La famiglia. Noi siamo presenti in prima persona, ci piace metterci in gioco e conoscere meglio i nostri ospiti. La sensibilità di una proprietà presente ha un valore che non avrà mai un hotel impersonale anche se gestito da un ottimo management.

Cosa consiglia ad una donna imprenditrice per arrivare ai vertici nella gestione di un hotel?Avere bene in mente la felicità dei clienti, quindi ricevere grandi soddisfazioni che faranno sentire il lavoro meno pesante. La quotidianità deve essere uno stimolo a far meglio e non un peso.

Manager del gruppo che porta il suo nome, e figlia d’arte di due albergatori, tira le fila di un impero, il Gruppo Cannavacciuolo. Ultima novità l’apertura di una collezione di tre hotel Laqua Resorts, completamente diversi tra di loro. Laqua by the Lake a Pettenasco, sulle rive del Lago d’Orta, Laqua Countryside a Ticciano in collina della Costiera Sorrentina e Laqua by the Sea a Meta di Sorrento.

Quale è secondo Lei la chiave del successo per l’alta hôtellerie? Trasmettere ad ogni ospite e collaboratore l’arte dell’accoglienza e prestare il nostro servizio utilizzando il cuore. C’è tutto un processo per arrivare a farlo in modo autentico, dal saper amare gli altri e se stessi e fare il lavoro con passione, avere una gran voglia di far sentire bene e felici gli altri e amare dettagli e atmosfere piene di bellezza ed armonia.

Come viene affrontato nei suoi hotel il tema della sostenibilità? È un tema a cui teniamo particolarmente. A Villa Crespi proiettiamo i valori e principi verso il futuro per garantire alle nuove generazioni un pianeta più vivo, sostenibile. Scegliamo prodotti locali e biologici, a km zero, accompagnandoli a erbe ed essenze aromatiche nell’orto del nostro parco secolare. Anche le amenities nelle camere in vetro. Dal 2018, nel parco ci sono 5 arnie di api, che producono il miele per gli ospiti. Villa Crespi utilizza lampadine a basso consumo energetico e, dal 2006, grazie ad un impianto di depurazione, l’acqua potabile è vitalizzata, con un sapore più naturale. Dal 2017 Villa Crespi dispone di due stazioni dedicate alla ricarica di autovetture elettriche. Anche a Laqua by the Lake appena aperto, c’è un impianto con generatore ibrido in pompa di calore che sfrutta l’acqua di falda del lago e alimenta la produzione di energia elettrica. In classe energetica A, al suo interno ha anche una rete di raccolta dell’acqua piovana e di falda, per l’irrigazione del parco. Immancabili le auto elettriche a disposizione degli ospiti e la colonnina di ricarica nel parcheggio privato.

Quale è il punto di forza dei resort del Gruppo Cannavacciuolo? In primis la forza del gruppo, della squadra, siamo ormai una bellissima famiglia che opera in sintonia con gli stessi valori. Poi il piacere del bello e del buono negli spazi e nei piatti. Tutto questo permette all’ospite di sentirsi accolto, coccolato e a casa. Di vivere esperienze uniche e rigeneranti. Di sentirsi in armonia con gli spazi e in connessione con il gusto grazie a una maniacale ricerca di materie prime e abbinamenti nei piatti ma anche nei materiali scelti nei resort.

Cosa consiglia ad una donna imprenditrice per arrivare ai vertici nella gestione di un hotel?Passione, costanza, sacrificio e soprattutto un continuo lavoro di crescita interiore che si rispecchierà senza alcun dubbio anche nell’ambito professionale.

Daniela Fantini, amministratore delegato dell’omonima rubinetteria di design, spinta dalla passione e dalla voglia della famiglia di abbinare all’attività principale nel campo delle rubinetterie l'ospitalità di un piccolo gioiello in una delle zone d'Italia più affascinanti, ha realizzato, su progetto dell’architetto Piero Lissoni. Un piccolo resort, sito sul Lago d'Orta in Piemonte, un luogo privilegiato per la migliore mise en sce`ne dei propri prodotti e per far vivere l’esperienza.  

Quale è secondo Lei è la chiave del successo per l’alta hôtellerie? È fare vivere al cliente un’esperienza durante il suo soggiorno. L’ospite è al centro di ogni cosa: va conquistato con proposte originali, che lo aiutino non solo a vivere l’anima dell’hotel, ma anche a capire il territorio, ad immergersi nella sua storia e nelle sue bellezze. L’alta ospitalità oggi, soprattutto dopo la pandemia, è quella che consente al viaggiatore di essere protagonista, di entrare all’interno della storia di un hotel, di sentirsi parte di esso. La condivisione e la partecipazione sono alla base del successo post-pandemia.

Come viene affrontato nel suo hotel il tema della sostenibilità? La sostenibilità a Casa Fantini fa parte del progetto stesso: sostenibilità nella valorizzazione di un territorio, nella creazione di un progetto in perfetta armonia con l’ecosistema all’interno del quale è inserito. Elementi costruttivi e architettonici unici e sostenibili completano l’opera, dall’utilizzo di una pompa di calore, bandendo gas, gasolio o altri combustibili. Dal legno utilizzato per il rivestimento della facciata Accoya (pino) che proviene da foreste sostenibili. Per i rivestimenti esterni sono stati utilizzati solo materiali naturali: la pietra, tipica del Lago d’Orta, per le pareti e beola bianca per i camminamenti. Sostenibilità è anche in tutto ciò che arricchisce la quotidianità di Casa Fantini, a partire soprattutto dalla proposta food del Ristorante della Casa, dove la ricerca delle materie prime e la scoperta e il coinvolgimento di piccoli produttori locali sono alla base dei piatti che vengono proposti a nostri ospiti.

Quale è il punto di forza di Casa Fantini? Casa Fantini nasce dall’amore per il territorio. La volontà di creare un luogo in cui le persone possano vivere il Lake Time, cioè “al ritmo del lago”. L'idea è nata, non tanto dalla voglia di creare un albergo, ma più dalla volontà di restituire qualcosa a questa terra. Casa Fantini nasce come una vera casa: il numero delle stanze, volutamente solo 11, può essere quello di una casa. L'ingresso si apre su un soggiorno e non su una reception. Gli spazi sono pensati per creare momenti unici da vivere con serenità e tranquillità. I ritmi non sono quelli di un classico albergo. Il tempo a Casa Fantini ritrova il suo valore più profondo, permettendo agli ospiti di apprezzare ogni secondo accompagnato dal connubio unico tra natura e lago.

Cosa consiglia ad una donna imprenditrice per arrivare ai vertici nella gestione di un hotel?La mia è una situazione anomala perché il mio occuparmi di hotellerie nasce da una passione quindi non mi sento proprio un'imprenditrice del settore, inteso nel senso più stretto del contesto. In ogni caso, come in qualsiasi altro lavoro serve impegno, costanza e soprattutto passione per quello che si fa e in cui si crede.

Imprenditrice comasca, terza generazione, amministratore delegato del Grand Hotel Tremezzo sul lago di Como, è stata inserita nella classifica stilata da Forbes Italia, delle 100 donne italiane più influenti. 

Quale è secondo Lei la chiave del successo per l’alta hôtellerie? La differenza sta nei dettagli, oggi più che mai. I nostri ospiti sanno di trovare una location straordinaria, una vista che lascia senza fiato, storia, servizi di altissimo livello e una ristorazione d’eccezione. Ma quello che li stupisce e li colpisce sono le piccole cose non scontate, come il profumo di fiori nei corridoi, le rose fresche ogni mattina, le favole della buona notte e tutte le cortesie inaspettate che strappano un sorriso che viene dal profondo del cuore.

Come viene affrontato nel suo hotel il sistema della sostenibilità? Nonostante gli oltre 110 anni di storia del Grand Hotel Tremezzo l’attenzione a un tema importantissimo come quello della sostenibilità, molto più semplice da affrontare e implementare in resort di nuova costruzione, è per noi primaria e vitale da più di 20 anni, quando abbiamo implementato un avveniristico sistema di aria condizionata ad impatto assolutamente zero che sfrutta la temperatura dell’acqua del lago. In quanto famiglia comasca profondamente legata al nostro lago è un tema che da sempre ci sta a cuore, molto prima che diventasse un argomento così attuale, nel mondo dell’hotellerie e non solo. Sostenibilità per noi significa non solo rispettare l’ambiente così prezioso per tutti, ma anche valorizzare il nostro territorio e le sue bellezze ed essere geloso depositario e custode delle nostre radici e tradizioni.

Quale è il punto di forza del Grand Hotel Tremezzo? Un team unito e profondamente appassionato e innamorato del proprio lavoro e dell’hotel, che ogni giorno si dedica con cuore e dedizione alla felicità dei nostri ospiti. La nostra è veramente una grande famiglia e il concetto di accoglienza rappresenta per tutti noi un valore fondamentale, esattamente come quelli di tradizione, storia e vera italianità. Ci piace offrire ai nostri ospiti il calore di un’ospitalità di famiglia come solo in Italia si può trovare. 

Cosa consiglia ad una donna imprenditrice per arrivare ai vertici nella gestione di un hotel?Passione e cuore sono ingredienti fondamentali nell’hôtellerie, combinati a un tocco di femminilità e alla sensibilità di una donna rappresentano un cocktail perfetto per trovare la propria strada. Il mio consiglio è di lasciarsi ispirare dalla propria mamma, di farsi guidare dagli insegnamenti preziosi delle nonne. Non dimenticare mai le proprie radici, e allo stesso tempo riuscire sempre a trasmettere la propria personalità in ogni cosa che si fa.

Maitre de maison, come ama definirsi, è cioè la padrona di casa del Bellevue Hotel&Spa di Cogne ormai alla quarta generazione. A Cogne il Bellevue è una istituzione, l’hotel per eccellenza.  Quale è secondo Lei la chiave del successo per l’alta hôtellerie? La chiave del successo, soprattutto dopo i lockdown, è proporre una destinazione immersa nella natura, ricca flora e fauna, fiumi, cascate, acqua, che garantisce ampi spazi per tutti, con la possibilità di distanziamento sociale sia all'esterno che all'interno della struttura. L'ospite percepisce ed è cosciente che soggiornare al Bellevue è una garanzia da un punto di vista sanitario. Abbiamo mantenuto anche quest'estate un protocollo rigido, ma che garantisce maggiore sicurezza. È il calore umano che si respira in tutti gli ambienti e da tutto lo staff. Dopo mesi di lockdown, gli ospiti hanno voglia di instaurare nuovamente contatti con le persone, queste posso essere staff, noi della direzione, o gli altri ospiti presenti in struttura. Per molti il Bellevue è considerata la loro casa di montagna, e sono felici di poterci tornare appena possibile. 

Come viene affrontato nel suo hotel il sistema della sostenibilità? È un tema molto attuale e molto importante. Io mi sento una custode di questa antica casa, delle tradizioni che porta avanti da un punto di vista culinario, architettonico, artistico. Mi sento custode anche del territorio, della Valle di Cogne e delle sue tradizioni. Sono convinta che solo la natura ci può salvare, con l'energia che ci trasmette, la forza, la bellezza, la semplicità e la sua complessità. La sostenibilità ecologia e sociale è un percorso che stiamo portando avanti, migliorando anno dopo anno, cercando di trasmettere la sua importanza ai nostri collaboratori e ai nostri ospiti. 

Quale è il punto di forza dell’Hotel Bellevue? Il punto di forza è senz’altro il capitale umano, il capitale storico, la bellezza che ci circonda, l'energia che si respira. 

Cosa consiglia ad una donna imprenditrice per arrivare ai vertici nella gestione di un hotel?Consiglio di conoscere molto bene come funzionano tutti i reparti di un hotel. È importante avere un obiettivo, condividerlo con lo staff e ottenere la loro fiducia e stima. Come per qualsiasi cosa nella vita, bisogna avere una grande passione per questo mondo.

Amministratore delegato della divisione alberghiera della Holding Terra Moretti, Terra Moretti Resorts, rappresentata dagli hotel L’Albereta, L’Andana e Casa Badiola. Antesignana di una Dolce Vita “salutista” all’Albereta, tra spa medica e bollicine di famiglia in Franciacorta in Lombardia, in seguito anche all’Andana in Maremma.

Quale è secondo Lei la chiave del successo per l’alta hôtellerie? La mia filosofia è sempre stata quella di offrire al cliente un’accoglienza fatta su misura unita a massima privacy e quindi a spazi privati. Il concetto è far sentire il cliente a casa propria con l’aggiunta di tutti i comfort che solo un cinque stelle può garantire. Per farlo, è necessario capire quali sono desideri e abitudini di ogni ospite, un po’ come se dovessimo prepararci ad accogliere un familiare o un amico a casa. Post pandemia non dovrebbe essere cambiato nulla, anzi, a maggior ragione ora il cliente ha ancora più bisogno di trovarsi in un ambiente sano e sanificato, curato e fatto su misura.   Come viene affrontato nei suoi hotel il tema della sostenibilità? Con materiali specifici come bicchieri di carta compostabile, mescicocktail in legno, cannucce Pla e materiale compostabile. La nostra nuova Linea Cortesia “L’A Buenaonda”, by Maria Candida Gentile,è stata fatta solo con le migliori materie prime, rigorosamente naturali e secondo processi di produzione, lontane dalle logiche del mondo della profumeria commerciale, con packaging 100% riciclabili. In collaborazione con Relais&Chateaux Albereta è attiva con due eventi: World ocean day a giugno, lo scopo dell’iniziativa è proteggere la biodiversità marina servendo specie meno conosciute e proteggendo quelle a rischio di sovrapesca, e Food for change a ottobre, con l’obiettivo è combattere il cambiamento climatico e proteggere la biodiversità servendo prodotti locali e di stagione ed evitando l’utilizzo di materie prime industriali, monoculture o pesticidi. A L’Andana si usano solo ed esclusivamente luci a Led e pannelli solari verdura ed olio a km zero. 

Quale è il punto di forza dei suoi resort? Tutta la natura che ci circonda e quindi l’energia che ne deriva. Entrambe le nostre case, L’Albereta e L’Andana, sono circondate da spazi enormi, per questo il famoso distanziamento sociale da noi è “naturale”.  E poi la sensazione di casa che contraddistingue i nostri resort.   Consigli ad una donna imprenditrice per arrivare ai vertici nella gestione di un hotel?L’essere donna è già un plus se si pensa al concetto di accoglienza. Sapere accogliere è una dote naturale che fa parte delle qualità di una donna. Certo, è anche una difficoltà se si considera che Il percorso di vita di una donna prevede una famiglia e dei figli. Il mio consiglio è quello di fare di questo lavoro uno stile di vita per poterlo vivere ogni giorno, sempre.

Dal 2004 ha preso il testimone dai genitori, che hanno aperto l’Auberge de la Maison nel 1996 a Courmayeur. Da allora, ogni stagione, si è occupata della direzione dell’hotel, attuando lavori di ristrutturazione e arricchendolo con nuove idee e nuovi spazi per gli ospiti. 

Quale è secondo Lei la chiave del successo per l’alta hôtellerie? Oggi si parla molto di standard di pulizia, protocolli, sanificazione, ma l’Auberge de La Maison mantiene da sempre uno standard altissimo, quasi maniacale, verso questi aspetti. Nel 2020, dopo il primo lockdown, è stato stilato un manifesto dedicato al Rinascimento Alpino, che elenca nel dettaglio le cure e le attenzioni ritenute dalla nostra famiglia indispensabili per garantire un soggiorno sicuro e d’eccellenza agli Ospiti. Oltre ad aver applicato termini di cancellazione molto flessibili per rassicurare gli Ospiti nella prenotazione, abbiamo raccolto idee non convenzionali per offrire esperienze che rispondessero alle nuove necessità, ma sempre allineate al nostro stile di ospitalità. Lo scorso anno abbiamo infatti creato il tavolo “solitaire” per un pranzo, un aperitivo o una cena, in solitaria, serviti da una cesta trasportata da una carrucola come mezzo per servire i sapori piu` sinceri della nostra cucina e dei nostri vitigni. Quest’anno c’è la “maisonnette des etoiles” una serra immersa nella natura per osservare le stelle ai piedi del Monte Bianco.   Il tema della sostenibilità? Il nostro Auberge è situato ai piedi del Monte Bianco, un patrimonio naturalistico unico al mondo che desideriamo preservare ogni giorno con piccoli e importanti gesti. Oltre a ciò che ormai riteniamo routine (plastic free, carta riciclata, linea cortesia biologica e locale) sensibilizziamo i nostri Ospiti a preservare la natura e i ghiacciai del nostro Monte Bianco, anche attraverso uno storytelling autentico e coerente.   Quale è il punto di forza del suo resort? Come si fa la polenta concia? E quanti sono i quadri di Leo Garin? E di quante storie e` fatta la storia della famiglia Garin? E quanto e` bello salutare il Monte Bianco, purificarsi in un bosco, sedersi a una tavola, degustare un vino valdostano e fare una corsa sui prati dell’Auberge? Ogni giorno da 25 anni rispondiamo a queste domande, dedicando ai nostri Ospiti attività da vivere e condividere insieme. Siamo l’hotel con piscina più vicino al Monte Bianco, immerso nel villaggio alpino di Entrèves e offriamo un panorama unico al mondo. L’atmosfera e l’accoglienza da noi sono sempre un modello di vita che si diffonde giorno per giorno tra le mura dell’Auberge. Cordialita` e accoglienza sono qualita` innate nella mia famiglia e si tramandano di generazione in generazione, coinvolgendo tutti i collaboratori che si adoperano ogni giorno per dar vita alla tradition du bien vivre, la tradizione dell’arte dell’ospitalita` che consiste proprio nel far vivere bene gli altri, gli Ospiti.

Cosa consiglia ad una donna imprenditrice per arrivare ai vertici nella gestione di un hotel?Avere cura degli ospiti, dei collaboratori, della casa, dei dettagli. L’ospitalità è sensibilità, è una questione di attenzione. Bisogna essere un generatore di energia positiva, di apertura verso l’altro.

Giovanna Palimodde svolge il ruolo di general manager dell'expereience Hotel Su Gologone nella splendida Barbagia, terra aspra e sorprendente della Sardegna

Quale secondo lei è la chiave del successo per l’alta hôtellerie? E se è cambiata dopo la pandemia? Gli ospiti vogliono essere coccolati, seguiti con attenzione: è sempre più importante evidenziare gli aspetti legati all' accoglienza. Il viaggiatore oggi vuole trovare calore, accoglienza e ospitalità in un hotel. Dopo la pandemia noto che la gente apprezza di più tutto. È cambiata la visione della vita da parte dei viaggiatori, che apprezzano ancor di più l'esperienza di viaggio.

Come viene affrontato nel suo hotel il tema della sostenibilità? Rispetto alla sostenibilità, c'è sempre tanto da fare. Cerchiamo di scegliere i materiali e di compiere scelte legate alla sostenibilità, laddove è possibile. Nel nostro caso, puntiamo sull’uso di materiali locali, naturali, nel pieno rispetto della natura e degli elementi presenti in Barbagia. Siamo anche fortunati perché abbiamo tanta manodopera che realizza oggetti fatti a mano. La sostenibilità è fondamentale in ogni aspetto e la applichiamo in ogni ambito possibile: arredi, gastronomia, riscaldamento. Stiamo cercando di sfruttare sempre di più l'energia solare, dove riusciamo, grazie all’installazione di pannelli solari.

Quale è il punto di forza del suo resort? I punti di forza del Su Gologone sono l’autenticità, la tradizione e l’innovazione nella cucina, nell’ospitalità e nei servizi. Mi piace definire il Su Gologone una combinazione, un cocktail di aspetti che portano ad avere un bel risultato. Grande successo è anche dovuto anche alla cornice in cui ci troviamo: siamo fortunati qui in Sardegna, in questa location unica e suggestiva, come il Supramonte e l’area di Oliena.

Consigli ad una donna imprenditrice per arrivare ai vertici nella gestione di un hotel?Secondo me, la donna è avvantaggiata, grazie alla passione che infonde in ogni cosa. Passione e amore verso il lavoro che si fa sono gli elementi chiave, avendo sempre una visione del futuro: queste le carte per raggiungere i propri obiettivi, e superarli.

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